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sabato 2 marzo 2019

FRITOLE




Non esiste Carnevale senza i tipici dolci...
Oggi mi son limitata alle fritole

     Ingredienti

500 g farina 00
90 g zucchero
2 uova
circa 200 ml latte tiepido
50 g lievito di birra
pizzico sale
buccia grattugiata di un limone
100 g uvetta ammollata in 5 cucchiai di rum
1 cucchiaio pinoli
olio di arachidi per friggere

     Procedimento

In una ciotola capiente ( o in planetaria ) sminuzzare il lievito con tre cucchiai di acqua tiepida, aggiungere 4 cucchiai di zucchero- presi dal totale- e mescolare. Sempre mescolando, unire le uova, il sale, la buccia di limone, la farina setacciata, il resto dello zucchero e qb di latte tiepido in modo da ottenere la consistenza di una crema molto densa. A impasto ben omogeneo, che comincia a far bolle, aggiungere ancora l'uvetta e i pinoli, mescolare per distribuirli bene e metterlo a lievitare coperto, fino al raddoppio.
Friggere in olio profondo, a circa 175°, prelevando ogni volta l'impasto con un cucchiaio prima immerso nell'olio bollente. 
Cospargere con zucchero a velo le fritole, una volta intiepidite, e assaporarle subito prima che si raffreddino.




Perdonate le foto orrende, ma non so ancora usare bene la nuova macchinetta fotografica.

domenica 27 marzo 2016

PASQUA 2016




Decisamente soddisfatta del mio lavoro di quest'anno, sia dal punto di vista estetico che gustativo... La ricetta è sempre quella, che ripeto da sempre.
Sono partita da 1,600 kg di farina ( quindi tutte le dosi in proporzione ) con la sola aggiunta di 1 uovo intero e 1 tuorlo in più, per una giusta consistenza dell'impasto. Ho ottenuto due putize e 4 pinzette da 300 g ( a crudo ).



domenica 5 aprile 2015

PASQUA DOLCE 2015




Davvero non riesco ad affrontare la Pasqua senza fare i dolci della nostra tradizione. E mi piace distribuirne un po' a tutti i nipoti. Questa volta però non ho fatto le titole: le ho sempre preparate per i bimbi, ma ormai son cresciuti.

Ecco le pinze di quest'anno...




... e queste sono le putize




La ricetta è sempre la stessa che ho scritto in un post dell'anno scorso. Ho fatto un solo cambiamento: su due chili totali di farina, ho messo uno di farina 00 e uno di manitoba. Con questa quantità ho formato ( a impasto crudo ) quattro pinze da mezzo chilo. Ogni putiza ha circa 750 g sempre di impasto crudo, più la farcia, naturalmente.
E questo è quanto è rimasto di sera delle due putize... un misero codino.





 Se volete su " pinze putize e titole " potete controllare com'erano quelle dell'anno scorso...

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Pinze e putize aggiornate: queste sono state fatte il 30/03/2018 per la Pasqua del primo aprile.









E com'è piacevole la tipica merenda pasquale: prosciutto cotto in crosta di pane, tiepido, con il cren grattugiato al momento, e una fetta di pinza...






mercoledì 25 febbraio 2015

KAISERSCHMARREN





E' un dolce, cotto in padella, che conclude molto piacevolmente un pranzo.
Semplice da fare, rapido e molto gradevole. In fondo si tratta quasi di una frittata dolce sminuzzata, con uvetta, e servita con delle composte dal sapore leggermente acidulo come possono essere quelle di mirtilli rossi o di ribes. Sta bene anche con una composta di prugne.

 


     Ingredienti

3 uova
150 g farina
1 cucchiaio di zucchero
40 g di uvetta fatta rinvenire
150 ml di latte
pizzico di sale
zucchero a velo
una noce di burro
zucchero a velo vanigliato

     Procedimento

Preparare una pastella con i gialli, lo zucchero, la farina, il sale e il latte. Battere i bianchi a neve ben soda e aggiungerli delicatamente.
Mettere su fuoco medio, con la noce di burro, una padella di dimensioni tali che tutto l'impasto ci stia con uno spessore di un buon dito abbondante. Quando la padella è calda, versare tutto l'impasto e a questo punto spargere di su l'uvetta. Lasciarlo rassodare, poi con l'aiuto di un largo coperchio capovolgere il tutto in modo da dorare anche l'altra parte. Con due forchette spezzettare la frittata. Un minuto prima di togliere dal fuoco cospargere con un po' di zucchero a velo e fare in modo, mescolando, che lo zucchero si sciolga e quasi caramelli. 
Servire caldo, con ancora un po' di zucchero a velo vanigliato e la composta.

 


In Austria e in Alto Adige servono questa quantità per una persona. Ma rappresenta una abbondante merenda dopo una gita in montagna, o può essere una cena. Come dolce dopo un pasto può bastare per tre persone.
Ho avuto l'occasione di assaggiare un meraviglioso Kaiserschmarren, che, oltre all'uvetta, aveva anche mandorle grossolanamente tritate. Se volete provare - ci stanno benissimo - aggiungetele assieme all'uvetta: 40 g.


Si possono servire anche con i Zwetschgenröster che ho preparato qui: uno al rum e uno allo Slivoviz= grappa di susine.

venerdì 26 dicembre 2014

PRESNITZ




Questo è il mio dolce natalizio tradizionale. Non manca mai per il 25 di dicembre, magari affiancato da panettone, biscotti vari e mandorlato. Ne faccio sempre tre, ma questa volta non sono neppure riuscita a fotografarli tutti...Questo è tutto quello che è avanzato per il 26.
Di una cosa sono molto orgogliosa: Pellegrino Artusi lo ha riportato sul suo libro, con tanto di ricetta che ho eseguito da sempre. Solo che... mi vergogno un po', ma la pasta sfoglia la compero pronta.




Stendo un rettangolo di pasta sfoglia col matterello in modo da ottenere un lato di 45 cm e l'altro della misura che ne viene di conseguenza, più lunga.




( Vi prego di ammirare il mio matterello fatto da diverse essenze, NON dipinto! )

Poi lo taglio in tre parti, ogni striscia larga 15 cm. Sono calcolati per contenere il ripieno e potere sormontare i lembi.
Artusi scrive queste quantità per il ripieno. Per ottenere tre dolci raddoppio gli ingredienti.

     Ingredienti

160 g uva sultanina
130 g noci sgusciate
130 g zucchero
110 g focaccia rafferma ( ho messo pandoro ) sbriciolata
60 g mandorle sbucciate tritate ( grossezza del riso )
60 g pinoli ( A. dice di tagliarli in tre parti per traverso ( ! ); io li trito con le mandorle)
35 g cedro candito, tagliato a piccolissimi dadi
35 g arancia candita, come sopra
cannella + chiodi di garofano + macis in totale---> 5 g
2 g sale
100 ml Cipro
100 ml Rhum
1 rosso d'uovo e burro fuso, mescolati per spennellare il dolce prima di metterlo in forno


Il Vino di Cipro si trovava facilmente a Trieste una volta. Ora uso solo il rum, con il quale lascio l'uvetta in infusione dal giorno prima. Per quanto riguarda la sua quantità, ne metto molto meno. Calcolando che per fare tre presnitz duplico gli ingredienti di Artusi, uso meno della metà di liquido: infatti metto a marinare l'uvetta in circa 100 ml di rum, quel tanto da coprirla. Poi, finito di amalgamare gli ingredienti del ripieno, vedo se è necessario aggiungerne ancora un po': la farcia deve essere umida. Prendendone un pugnetto in mano e premendo, deve rimanere abbastanza compatta, ma niente di più.
Con ogni striscia formo un rotolo, ben chiuso alle estremità, che poi avvolgo su se stesso. Spennello con l'uovo e il burro sbattuti assieme e inforno su teglia coperta da cartaforno a 180° per circa 50 minuti.

 



Se vi interessa cimentarvi con la pasta sfoglia, qua trovate una ricetta del grande Massari, veloce e fattibilissima.





domenica 23 novembre 2014

BUCHTEL




Ora ci sono merendine pronte di tutti i tipi. Ma quando ero ragazzina io, era questa la merendina tipica, fatta naturalmente in casa. 
Buchtel: così si chiama familiarmente a Trieste, derivazione dal tedesco Wuchtel. 
Un dolce morbido col cuore goloso: ripieno di confettura. La classica è di albicocche.





 ma può essere Powidl ( una particolare confettura di prugne




o addirittura un ripieno di semi di papavero.

La ricetta è semplice. Al primo momento si ottiene un impasto molto appiccicoso, ma non bisogna scoraggiarsi nè aggiungere farina: si deve invece continuare a lavorarlo a lungo con energia finché si incorda e diventa una pasta molto morbida ma facilmente lavorabile. Cotta, è una nuvola.

     Ingredienti

160 g burro
40 g zucchero
1 uovo intero e tre gialli
una presa di sale
30 g di lievito di birra
250 ml di latte tiepido
560 g di farina 00 ( meglio se tiepida pure questa )

     Procedimento

Battere il burro a schiuma, aggiungere lo zucchero e mescolare, poi le uova, e incorporarle molto bene, il sale, il lievito sciolto nel latte tiepido, e infine la farina. Importante è mescolare molto bene ad ogni aggiunta. Dopo aver incorporato la farina, se avete la planetaria, fatela lavorare con energia molto a lungo: ad un certo punto l'impasto si staccherà dalle pareti del recipiente. E' pronto.
Fatelo lievitare al raddoppio, quindi lavoratelo col matterello fino ad uno spessore di 1 cm scarso. Ritagliate dei rettangoli di circa 6 x12 cm, mettete a metà un cucchiaino di marmellata, ripiegateli e chiudeteli bene. Umettateli completamente con burro fuso, e posizionateli nello stampo ( a sua volta imburrato e infarinato ) ben stretti uno vicino all'altro. Si fanno lievitare coperti, si spennellano ancora col burro fuso e si mettono in forno statico a 180° per circa 3/4 d'ora. Una volta intiepiditi, è meglio farli raffreddare del tutto su una gratella. Ma ...assaggiateli tiepidi !!!




Se sono stati ben imburrati ai lati , si staccano con facilità uno dall'altro. Si servono cosparsi di zucchero a velo vanigliato.




Con queste quantità, a seconda dello spessore che avrete ottenuto col matterello, si ottengono dai 24 ai 28 Buchteln.



sabato 4 ottobre 2014

STRUDEL DI MELE




E' tempo di mele, e ne ho ricevute di diverse qualità. Di quelle non perfette, non tutte dello stesso calibro come fatte con uno stampo, ma tanto buone: pelate e tagliate a fettine per lo strudel hanno profumato tutta la cucina.



 
E' uno dei nostri dolci preferiti, e ne faccio sempre tre alla volta: il primo strudel serve... per un rapido assaggio; il secondo conferma la bontà del risultato; e se figlia e nipote arrivano con una certa urgenza riescono ad avere una fettina del terzo ...





D'altra parte, visto che fare la pasta da strudel comporta un bell'impegno, conviene farne di più: si può congelare il dolce con tutta tranquillità, quando lo si scongela lentamente a temperatura ambiente rimane perfetto.

La difficoltà sta tutta nello stendere la pasta: deve essere sottilissima. Si dice a Vienna che " deve essere tanto sottile da poter leggere attraverso una lettera d'amore "... Perciò la si stende prima col matterello e poi la si stira ancora appoggiandola sul dorso delle mani. Naturalmente deve essere molto elastica per evitare buchi.






Per tre strudel di circa 35 cm l'uno:

     Ingredienti per la pasta

350 g farina 00
4 cucchiai olio ( uso evo a gusto delicato )
155 ml circa di acqua tiepida
pizzico sale

Mescolare gli ingredienti e lavorarli a lungo fino ad ottenere un impasto liscio che comincia a fare delle bollicine




Formare una palla, e a questo punto arriva il trucco che permette di ottenere una pasta molto elastica. Si tratta di arroventare al rosso una pentola ( ne ho una vecchia che uso solo per questo scopo )




e quindi di ricoprire l'impasto - senza toccarlo, naturalmente



L'impasto deve rimanere così al minimo per mezz'ora, ma se resta anche due ore gli fa solo che bene. Intanto ci si occupa del ripieno ( sempre per tre strudel )

     Ripieno

2 kg mele, meglio di tutto se di diverse qualità, anche acidine
300 g zucchero
120 g uvetta ammollata nel rum con largo anticipo
60 g pinoli
buccia gratt. di 1 limone
cannella ( a chi piace )
150 g pangrattato

Le mele vanno sbucciate e tagliate a fettine ( 4-5 mm ), si mescolano con lo zucchero, la buccia di limone e un po' di cannella.
In una padella anaderente si rosola il pangrattato ( solo e nient'altro che pangrattato ) fino ad un colore di oro brunito e lo si mette da parte.
A questo punto si riprende la palla che ha riposato, la si rilavora brevemente e la si divide in tre parti, si coprono bene due e si lavora la prima col matterello- impolverando leggermente con farina al bisogno- e poi col dorso delle mani. A parte si prepara un telo bianco cosparso di poca farina, e su questo si appoggerà la sfoglia ormai pronta. Si cosparge la sfoglia con un terzo del pangrattato, lasciando dei bordi liberi tutto attorno. Di su si distribuisce un terzo delle mele, compreso un terzo del sughetto che si sarà formato nel frattempo, un terzo dell'uvetta e un terzo dei pinoli. Poi con l'aiuto del telo si arrotola il tutto formando un grosso salame ben chiuso alle estremità e lo si mette nello stampo già ben imburrato e infarinato. Si formano allo stesso modo gli altri due strudel e il tutto va in forno statico a circa 180° per circa un'ora.


Qui si vede la trasparenza della sfoglia, che mostra le mele.


Il massimo è mangiarlo ancora tiepido, cosparso di zucchero a velo vanigliato.




Decisamente un dolce comune a Trieste...


El  strucolo de pomi


Ciò, Carleto te trascura ?
No 'l te disi una parola ?
Ma de coss'te ga paura ?
Te lo ciapi per la gola!

Faghe, faghe, questa sera
un bon strucolo nostràn
a la vecia mia maniera,
la riceta la go a man.

"Pomi, zuchero e canela
do scorzete de limòn
de zibibe una scudela
i pignòi lo fa più bon,

buro, ovo e pan gratà
te involtizi in pasta sfoia"
el xe anca a bon mercà
de magnarlo te fa voia.

Xe el profumo de la casa
el calòr de la famiglia
no xe el caso che no 'l piasa
anca i veci lo consiglia.

E lu resterà vizìn
( no 'l xe miga un mascalzon ).
Te ghe zonti un fià de vin
e no 'l va più a torziolòn.

                                                                   Di Laura Borghi Mestroni 
                                                                   tratto da " Do rime de babezi "


martedì 3 giugno 2014

GUGELHUPF DI SUA MAESTÀ





Naturalmente " Sua Maestà " è Franz Joseph. 
Dovete sapere che a Corte c'erano diverse cucine: una per l'imperatore, una per Sissi e una per i figli. E ogni cucina aveva tanto di importante Chef... Tra l'altro, chissà, forse cercavano di superarsi in bravura l'uno con l'altro!
Comunque, secondo il libretto che ho, questa è una ricetta di Friedrich Hampel, della cucina di " Sua Maestà ". Si specifica che il dolce " è morbido come seta ", tanto delicato che non sopporta neppure la presenza di uvetta. Ed è vero! Ha una inusitata morbidezza, oltre ad essere - ovviamente - squisito.
Non ero molto convinta, ma ho voluto farlo senza modificare assolutamente niente, proprio per verificarne la delicatezza. Ed ho capito una cosa : Sua Maestà si trattava molto, molto, molto bene!
Ho soltanto dimezzato esattamente tutte le quantità, visto che possiedo stampi formato famiglia e non formato Corte.




     Ingredienti ( già dimezzati )

75 g burro
6 gialli d'uovo
125 g farina 00
15 g lievito di birra sciolto in poco latte tiepido ( circa 20 ml )
40 - 50 g zucchero ( ho usato 40 )

     Procedimento

Portare a crema il burro morbido, aggiungere un giallo, mescolare, incorporare un cucchiaio di farina già mescolata con lo zucchero, poi di nuovo un giallo, mescolare bene, poi farina ...e via così fino a completare l'aggiunta delle uova e della farina con lo zucchero. Quindi mescolare ancora bene il tutto con il lievito sbattendo il composto. Preparare lo stampo unto di burro e infarinato, mettere sul fondo alcune mandorle pelate, e versarvi l'impasto. Dovrebbe riempirlo al massimo a metà.





Lasciar lievitare fino al raddoppio e mettere in forno a 170° per circa 40 - 45 minuti, con un'accortezza: lasciare lo sportello del forno aperto di poco ( inserite un cucchiaio di legno ) per i primi 15 minuti. Ciò permette una bella ulteriore lievitazione nel forno.

Sformatelo su una gratella e quando è freddo cospargetelo di zucchero a velo vanigliato.



lunedì 24 febbraio 2014

PISCHINGER TORTE




 
In fondo dovrebbe essere veloce e semplice: non occorre cuocere, si usano le cialde di Carlsbad o direttamente le Pischinger.
Vi metto la foto, tanto perché possiate capire di cosa parlo.





Dunque ricetta....Allora: la torta si compone di strati di cialde e crema di cioccolato, e la cialda superiore viene coperta da una glassa. Seeeembra semplice!!!! Ma il signor Pischinger ha fatto delle pensate - giuste, per carità - ma che complicano un po' le cose. Effettivamente, se metto la crema sulla cialda, questa assorbe l'umidità e diventa molliccia ... Maaa... se metto sopra una cialda un leggerissimo strato di croccante e la copro subito con una seconda cialda ( che si appiccica ), formo qualcosa di abbastanza consistente, che non diventa molle. Su questa " base " si mette la crema ( che comunque per prudenza non ha liquidi ), si cosparge la crema con delle mandorle ben tritate e leggermente abbrustolite, che servono ad isolare dalla crema le prossime doppie cialde, quindi un'altra " base ", crema, mandorle .... e via così. Ora il problema è: come metto il croccante sulla cialda? Io l'ho risolto così: ho messo su una cialda un leggerissimo strato, più omogeneo possibile, di mandorle e zucchero e posto il tutto sotto il grill. La temperatura non deve essere alta, basta che lo zucchero si sciolga. Tolto dal forno e coperto immediatamente con un'altra cialda. Ho preparato in questo modo 4 " basi ". E secondo alcune istruzioni le ho impilate, coperte con alluminio e messe sotto il peso di un grosso libro: se no si " imbarcano " come meglio credono e non le raddrizzate più. Il giorno dopo, ho preparato la crema, la glassa, tostato le mandorle e assemblato il tutto. Il cappello glassato è andato a posto il terzo giorno, con arrabbiatura.
Di sera avevo glassato l'ultima base perché si solidificasse durante la notte. Ma la glassa, nonostante tutto, aveva fatto sì che la doppia cialda s'incurvasse leggermente a forma di tegola. Uno dice: pazienza... Il mattino dopo era sempre a forma di tegola, ma rovesciata! Insomma avevo di su una leggere conchetta... Da qui il decoro: girolle e cioccolato bicolore. Conchetta riempita. Stucco e pittura fanno sempre bella figura!




     Per il cosiddetto " croccante "

70 g di mandorle tritate ( non sfarinate ) e 140 g di zucchero vanigliato

     Per la crema

lavorare a spuma 150 g di burro, aggiungere 150 g di zucchero vanigliato, mescolare bene, aggiungere 100 g di cioccolato ammorbidito, 2 uova leggermente battute, mescolare molto bene.
Tostare 70 g di mandorle tritate, con cui cospargere ogni strato di crema e i lati .

     Glassa

ne ho presa una da " la vetrina del Nanni "

160 g di cioccolato fondente al 75%,
140 g di panna,
20 g glucosio.
Sciogliere il glucosio nella panna, portare il tutto a ebollizione e versarlo bollente sul cioccolato sbriciolato. Ma se avete la vostra glassa di fiducia, usatela. 
Decoro a piacere .... 

E' molto, molto buona. Il croccante le regala davvero qualcosa in più.





domenica 23 febbraio 2014

TORTA RIGO' JANCSI


 


 E' un'altra delle torte della vecchia tradizione triestina, che voglio farvi conoscere. Per noi ha il semplice nome di " rigoiànci " ...




E' di origine ungherese: prende il nome da un violinista zigano, Rigò Jancsi, famoso non tanto per la sua bravura, quanto per aver portato via la moglie al principe belga Chimay ed aver preparato per lei questo dolce. Ho trovato anche la fotografia della principessa Chimay su un libro della cucina ungherese ( scritto però in tedesco ), dove viene riportata la storia che, all'epoca, fece scandalo.





 Vi metto la ricetta e vi avverto: la difficoltà sta nell'assemblarla!!



 
     Per la base

100 g burro
80 g zucchero in polvere
4 uova
80 g farina
20 g cacao

     Per la crema

100 g cioccolato
0, 6 l panna
50 g zucchero in polvere

     Per la glassa

marmellata di albicocche
150 g cioccolato fondente ( di copertura )

     Procedimento

Base:
mescolare a spuma il burro + 30 g di zucchero in polvere e i gialli. Montare a neve molto solida i bianchi con 50 g di zucchero in polvere, aggiungere al precedente, e quindi mescolare delicatamente la farina mista al cacao. Stendere su teglia ( io ho messo carta da forno ) con uno spessore di 1,5 cm ( vengono 20 x 40 cm ), forno a circa 190°, circa 20 minuti. Capovolgere, togliere la carta e far raffreddare.

Crema:
fondere la cioccolata a bagnomaria. Montare la panna con lo zucchero. Mescolare velocemente la cioccolata fusa ( io l'ho lasciata un po' intiepidire ) con poca panna e quindi aggiungere il resto della panna. Mettere in frigo.

Dividere la pasta i due parti uguali. Spalmare una metà con un velo sottile di marmellata di albicocche ( ne ho messa poca in un pentolino con poca acqua, l'ho riscaldata e versata sulla pasta attraverso un colino molto fitto, fatta asciugare nel forno ventilato, freddo ), coprire col cioccolato fondente, e quando questo è raffreddato tagliare in pezzi di 5x5 cm con una lama molto affilata. Spalmare l'altra metà con la crema ( viene uno spessore notevole ...se avete osservato come i muratori mettono la malta ...vi sarà utile .. ! a meno che non abbiate tutte le attrezzature da pasticciere... ), sovrapporre i pezzi tagliati, messi uno vicino all'altro. Far rassodare il tutto in frigo. Poi con un coltello dalla lama affilata e riscaldata ritagliare i quadrati secondo la guida dei pezzi di copertura, pulendo ogni volta il coltello.








venerdì 21 febbraio 2014

ESZTERHAZY TORTE





Continua la serie delle torte ereditate a Trieste da Vienna. Anche  questa buonissima, ma non particolarmente semplice - per me che non sono una pasticciera - specialmente nella decorazione della copertura.


Fare la glassa col fondente - per di più disegnato - è stata una faticaccia. Ma, come sempre in queste cose, mi sono anche divertita!  Ed ora vi metto la ricetta

     Per gli strati-base

10 bianchi d'uovo
170 g zucchero
170 g nocciole tritatissime
140 g farina 00
pizzico di cannella ( a me non piace , non l'ho messa )

Si sbattono i bianchi a neve soda, si aggiunge un cucchiaio di zucchero, si continua a battere, altro zucchero, ancora sbattere finchè poi è aggiunto tutto lo zucchero. A questo, con la solita attenzione, si aggiungono la farina e le nocciole già miscelate tra loro. Vengono 8 strati di 20 cm di diametro. Forno a 200°, circa 7 minuti. Ho potuto farne 2 alla volta.

     Per la crema

1/4 l latte
2 tuorli
100 g zucchero
30 g farina ( ho messo 15 di farina e 15 di maizena )
160 g burro
un bicchierino cognac
Preparare la crema e farla raffreddare. Battere il burro a schiuma e aggiungere la crema a cucchiaiate, una alla volta, sempre mescolando molto bene. Per ultimo il cognac. Siccome questa quantità per 7 strati mi sembrava poca, ho raddoppiato la quantità di crema, ma l'ho comunque mescolata con solo 160 g di burro, perché non mi piacciono le creme troppo burrose. Ma ho raddoppiato il cognac...

     Per il fondente

Me lo sono preparata con
187 ml di acqua + 500 g zucchero + 1 cucchiaino di aceto.
Portare tutto a bollore per 5 -10 minuti, versare in un recipiente largo e sbattere con una frusta e santa pazienza  finché non si formano i microcristallini bianchi e il tutto diventa sempre più denso. A tre cucchiai di fondente pronto si aggiunge un po' di cacao per il disegno.

     Preparazione della torta
Ho diviso la quantità di crema in 8 parti: 7 per gli strati e uno per il bordo tutto in giro. L'ultimo strato va prima spalmato con un velo di marmellata di albicocche ( fatta asciugare nel forno ventilato, senza riscaldamento ), poi spalmato di fondente, su questo si fanno alcuni cerchi col fondente al cacao,  poi ho usato uno stuzzicadenti: si parte dal centro e si traccia leggermente un raggio verso l'esterno alternando con un raggio diretto in senso contrario, dall'esterno verso il centro. E qui... auguri per un bel disegno, che ci vuole: è la caratteristica della torta.
A me è riuscito male all'inizio, poi  ho migliorato la mano .... Tutto in giro nocciole tostate, tritate grossolanamente.
Credo sia tutto..





DOBOS TORTE





E' un dolce di origine austroungarica .

Jozsef C. Dobos era un pasticciere-artista ungherese, che ha inventato questa torta si presume verso il 1884. La diffusione della ricetta si fa risalire al 1906, o addirittura al 1924, dopo la morte di Lajos Dobos. Il nome, poi, pare che derivi da "Dob", che in ungherese vuol dire tamburo. Questo perché, secondo gli ungheresi, l'ultimo strato caramellato- prima di essere tagliato- assomiglia ad un tamburo.

La torta fa parte della vecchia pasticceria tradizionale triestina, che mi è molto cara.

     Ingredienti
  
100 g zucchero      
 5 uova ( grandi )
 80 g farina

Battere a lungo lo zucchero con i 5 gialli a spuma chiara. Aggiungere la farina e i 5 albumi battuti a neve molto ferma. Si divide  questa massa in 8 parti, e si cuoce ciascuna  in una tortiera: uno strato sottile, ben livellato. Ho usato uno stampo di 18,5 cm  di diametro. Nel mio forno a 190° per 13 minuti. In pratica sono 8 basi di biscuit. Inoltre:

5 uova intere
210 g zucchero 
210 g cioccolato
aroma di vaniglia ( ho messo una bacca di vaniglia )
210 g di burro

     Procedimento

Si sbattono in una bacinella, tenuta sopra il vapore d'acqua bollente, le uova con lo zucchero a schiuma densa, si aggiungono il cioccolato e l'aroma, infine il burro via dal fuoco. Si continua a sbattere mentre si raffredda. Quando la crema è fredda la si stende su 7 basi, sovrapponendole, e all'intorno della torta. Si spolvera tutto con nocelle tostate grossolanamente tritate. L'ottava base vien coperta da caramello ( 3 cucchiai colmi di zucchero, niente acqua ), e quando questo è ancora caldo, si tagliano rapidamente le fette con un coltello oliato. Si poggiano le fette sollevandone una parte con una nocella. 
Ci sono diverse varianti, anche con cioccolato bianco.  Questa è la più semplice.

Il caramello tende ad assumere presto l'aspetto  un po' a buccia d'arancia che aumenta col tempo. Poichè si può fare la torta con un giorno d'anticipo, vi consiglio di caramellare e sistemare la copertura nel giorno d'uso.



Gli strati dovrebbero essere tutti perfettamente paralleli ... Foto presa molto in fretta a causa di voraci commensali...!