martedì 27 febbraio 2018

GUGELHUPFE MINI - VARIANTE




Sono talmente simpatici e vanno via tanto velocemente, che li ho rifatti cambiando un ingrediente: nei precedenti ( dove trovate la ricetta, che non ho voglia di riscrivere ) avevo messo delle noci tritate, qui le ho sostituite con Formaggio di Fossa di Sogliano. Squisiti!

100 g di noci tritate sostituite da 50 g di Formaggio di Fossa grattugiato

Ho fatto pure un'altra variante, del tutto involontaria... Avevo già pronti tutti gli ingredienti, quando con mano sicura sono andata a prendere il lievito di birra: beh, non ce n'era neanche una briciola! Così, dopo ripensamenti e studi vari, ho deciso di usare l'unica cosa che avevo: lievito in polvere. Ho usato 13 g, mescolandolo con la farina, e naturalmente ho comunque aggiunto i 100 ml di acqua della ricetta, con cui viene sciolto il lievito di birra.
Sono venuti benissimo lo stesso, anche se preferisco lavorare col lievito di birra.

Poiché l'impasto era abbondante, ho usato tre diversi stampi, uno dei quali da mini-muffins. Come aperitivo si presenta davvero bene!




Ho sezionato un muffin per far vedere l'impasto. Mi piace moltissimo anche senza farcitura.



giovedì 22 febbraio 2018

MIRAMAR





Il Castello di Miramare è una delle gemme storiche di Trieste; è presentato qui da un fotografo triestino, Marino Sterle, bravissimo nell'immortalare nei suoi scatti la nostra bella città.
Questa foto, tra le tante, mi è piaciuta  perché in qualche modo può ricordare l'incipit della poesia di Giosue Carducci, che a suo tempo lo visitò e  ci  regalò una splendida poesia.

Un breve cenno storico.
Costruito per volere del fratello dell'Imperatore Francesco Giuseppe, l'Arciduca d'Austria Ferdinando Massimiliano d'Asburgo-Lorena, il castello fu abitato da lui e dalla consorte Carlotta del Belgio a partire dal 1860. Ha ospitato più volte anche l'imperatrice Sissi.


MIRAMAR

O Miramare, a le tue bianche torri
attedïate per lo ciel piovorno
fosche con volo di sinistri augelli
vengon le nubi.

O Miramare, contro i tuoi graniti
grige dal torvo pelago salendo
con un rimbrotto d'anime crucciose
battono l'onde.

Meste ne l'ombra de le nubi a' golfi
stanno guardando le città turrite,
Muggia e Pirano ed Egida e Parenzo,
gemme del mare;

e tutte il mare spinge le mugghianti
collere a questo bastïon di scogli
onde t'affacci a le due viste d'Adria,
rocca d'Absburgo;

e tona il cielo a Nabresina lungo
la ferrugigna costa, e di baleni
Trieste in fondo coronata il capo
leva tra' nembi.

Deh come tutto sorridea quel dolce
mattin d'aprile, quando usciva il biondo
imperatore, con la bella donna,
a navigare!

A lui dal volto placida raggiava
la maschia possa de l'impero: l'occhio
de la sua donna cerulo e superbo
iva su 'l mare.

Addio, castello pe' felici giorni
nido d'amore costruito in vano!
Altra su gli ermi oceani rapisce
aura gli sposi.

Lascian le sale con accesa speme
istorïate di trionfi e incise
di sapienza. Dante e Goethe al sire
parlano in vano

da le animose tavole: una sfinge
l'attrae con vista mobile su l'onde:
ei cede, e lascia aperto a mezzo il libro
del romanziero.

Oh non d'amore e d'avventura il canto
fia che l'accolga e suono di chitarre
là ne la Spagna de gli Aztechi! Quale
lunga su l'aure

vien da la trista punta di Salvore
nenia tra 'l roco piangere de' flutti?
Cantano i morti veneti o le vecchie
fate istrïane?

--- Ahi! mal tu sali sopra il mare nostro,
figlio d'Absburgo, la fatal Novara.
Teco l'Erinni sale oscura e al vento
apre la vela.

Vedi la sfinge tramutar sembiante
a te d'avanti perfida arretrando!
E' il viso bianco di Giovanna pazza
contro tua moglie.

E' il teschio mózzo contro te ghignante
d'Antonïetta. Con i putridi occhi
in te fermati è l'irta faccia gialla
di Montezuma.

Tra boschi immani d'agavi non mai
mobili ad aura di benigno vento,
sta ne la sua piramide, vampante
livide fiamme

per la tenèbra tropicale, il dio
Huitzilopotli, che il tuo sangue fiuta,
e navigando il pelago co 'l guardo
ulula --- Vieni.

Quant'è che aspetto! La ferocia bianca
strussemi il regno ed i miei templi infranse:
vieni, devota vittima, o nepote
di Carlo quinto.

Non io gl'infami avoli tuoi di tabe
marcenti o arsi di regal furore;
te io voleva, io colgo te, rinato
fiore d'Absburgo;

e a la grand'alma di Guatimozino
regnante sotto il padiglion del sole
ti mando inferia, o puro, o forte, o bello
Massimiliano.
                                                                           
G. Carducci  --  17 agosto 1878



LA BISNONA


LA  BISNONA


                    Calzete.
       Per i fioi del fio del fio
                     E i diti
      storti come antico olivo,
se industria sui quatro aghi de calza.
                   E le spale
             sempre più pice,
se sbassa sui ultimi due driti e due roversi
                    dela vita.
                                                                            ( non conosco l'autore )

martedì 13 febbraio 2018

GNOCCHETTI SARDI AI PISELLI




Ogni tanto ho voglia di usare i miei giocattoli di cucina, così oggi ho fatto gli gnocchetti sardi. Rapidissimi da fare, ma ovviamente ci vuole la caccavella adatta... Come potrei stare senza???


     Ingredienti per due persone

220 g di semola rimacinata
acqua qb

Si lavora in modo da ottenere un impasto consistente, leggermente più morbido di quello per le tagliatelle. Si formano via via dei rotolini lunghi, del diametro di un mignolo, che di volta in volta si trafilano con l'apparecchietto adatto. Con questo si possono ottenere sia gli gnocchetti sardi che i cavatelli.


Una volta preparati, lasciarli asciugare almeno un'oretta sulla tavola di legno cosparsa di semola.
 



Nel frattempo preparare il condimento.

     Ingredienti

40 g di battuto per soffritto: carota, sedano e cipolla
piselli: ho usato 125 g di quelli già pronti, cotti a vapore
1 spicchio di aglio schiacciato
prezzemolo
erba cipollina
olio evo
sale
pepe verde

Rosolato nell'olio il battuto con l'aglio, aggiungere i piselli, farli insaporire, unire il prezzemolo e aggiustare la sapidità. Cotti gli gnocchetti ( non buttare l'acqua! ), aggiungerli alle verdure mescolando sul fuoco brevemente. Se il tutto è troppo asciutto, aggiungere un cucchiaio dell'acqua di cottura. Servire con pepe verde macinato al momento ed erba cipollina tagliuzzata.



FIORI PRECOCI



Il 6 di febbraio ho potuto fare queste incredibili foto in giardino: fiori con un buon mese di anticipo!

 




lunedì 12 febbraio 2018

BRIOCHE ALL'ARANCIA E MIELE




Avete presente una nuvola al sapore di arancia? Ecco, questo pan brioche è proprio così.
Mi aveva colpito la quantità di succo d'arancia presente nella ricetta ed ho voluto provarlo, visto che adesso è il periodo perfetto per gli agrumi.

L'ho trovato qui e ringrazio Lorena. Già lavorare l'impasto dopo la prima lievitazione è piacevolissimo, ha una morbidezza del tutto particolare.

Ho seguito la ricetta consigliata per usare il lievito di birra con qualche lieve modifica: farina 0 al posto della 00, 9 g di sale al posto di 8 g, 45 g di arancia candita al posto di 40 g, 17 g di lievito al posto  di 12 g. Ci sono pure le indicazioni per chi vorrebbe usare il lievito madre. 


     Ingredienti 

850 g di farina: 425 g di farina 0, 425 g di manitoba
17 g lievito di birra
80 g miele
2 uova m
450 g succo d'arancia filtrato
140 g burro morbido a pezzetti
9 g sale
45 g arancia candita, tagliata a piccolissimi pezzettini
1 uovo e poco latte per spennellare
granella di zucchero per cospargere- non l'ho usata




     Procedimento

Setacciare la farina nella ciotola dell'impastatrice, unire il lievito di birra sbriciolato, il miele, le uova e cominciare ad impastare aggiungendo un po' alla volta il succo d'arancia. Far incordare e poi inglobare il burro poco alla volta; infine aggiungere il sale e l'arancia candita.
Dividere l'impasto in due parti uguali e metterle a lievitare- fin quasi a triplicare il volume- in due contenitori leggermente oliati e coperti. Non avendo due stampi delle stesse dimensioni, mi son regolata " a naso " con le due quantità.
A lievitazione completata, lavorare ogni parte brevemente e dividerla in tre: formare dei rotolini abbastanza lunghi e quindi una treccia.
Trasferire le trecce in due stampi da plumcake rivestiti di cartaforno ( oppure oliati e infarinati ), ricoprirli con pellicola e far lievitare nuovamente fino al raddoppio.
Spennellare con la miscela di uovo e latte e infornare a 180°( statico ) sulla seconda posizione del forno, a partire dal basso, per circa 30 minuti. Prova stecchino. Tende a colorirsi velocemente; nel caso, coprire  la superficie con cartaforno.
Sfornare, lasciar raffreddare e poi togliere dallo stampo.  Si presta ad essere congelato.




mercoledì 7 febbraio 2018

UN PRIMO SEMPLICE



 
L'ho mangiato per la prima volta tantissimi anni fa, a Roma, in casa di un amico siciliano. Fatto e rifatto, da allora, molto spesso. E' uno di quei piatti veloci, semplici e saporiti per... famiglia. Assolutamente senza pretese, ma molto pratico.

     Ingredienti con quantità qb

peperoni misti, tagliati a piccoli cubetti
filetti d'acciuga sott'olio, al massimo 1 e mezzo a testa
olio
aglio
poco pomodoro o passata, quel tanto da dare un po' di colore
sale
peperoncino

In un tegame mettere olio, aglio e acciughe; rosolare un po' finché le acciughe si sfaldano ed eliminare l'aglio. Aggiungere i peperoni, il pomodoro e il sale e cuocere molto lentamente a fuoco basso. Poco prima di togliere dal fuoco unire un peperoncino piccante.

Eccoli ad inizio cottura