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mercoledì 16 marzo 2022

DOLCE MOOOLTO CASERECCIO



 

Avevo poco tempo a disposizione per farmi un dolce per le prossime colazioni. 
Cerco sempre qualcosa di semplice, che ben si accompagni al mio caffelatte mattutino e che sia congelabile una volta diviso in porzioni. 
In uno dei miei libretti tedeschi - che sono una fonte inestinguibile di cose interessanti- ho trovato questo dolce alle noci: senza pretese, semplice e veloce da fare, ma prometteva bene.
Aggiudicato.

     Ingredienti

250 g burro morbido
5 uova m.
300 g zucchero
300 g farina integrale
100 g noci tritate
2 cucchiai di cacao ( avevo cioccolato grattugiato e ho messo quello )
3 cucchiaini lievito in polvere
3 cucchiai rum

     Procedimento

Mescolare a spuma il burro, le uova e lo zucchero. Unire alla farina le noci, il cacao e il lievito, versarli nel composto precedente e aggiungere il rum. Mescolare bene per omogeneizzare e versare in uno stampo a cassetta ben imburrato e infarinato. 
Posizionare lo stampo nella parte bassa del forno, non a metà. Forno statico a 170°/180° per circa un'ora. Prova stecchino, come sempre.
 
Con queste quantità mi sono venute 15 fette.

Il buffo di questo dolce è che, per la prima volta, in forno è lievitato e si è arrostito in modo da circondarsi di una specie di cordoncino. Non mi è mai successo prima.




Non ho fatto decorazioni, mi è piaciuto così ... naïf!


lunedì 7 giugno 2021

PAN SANTO

 


Ero alla ricerca di qualcosa di nuovo per la colazione del mattino e, guardando tra i vari libri, ne ho scoperto uno- dimenticato da tanto- di ricette di dolci del Dr. Oetker. 

Mi è piaciuto questo "pan santo" un po' per la forma e molto perché avevo in casa tutti gli ingredienti. Perché poi il dolce abbia questo nome... resta un mistero.

Brezeln ne ho già fatti e la forma mi è simpatica. Certo che fare un rotolo di 120 cm, per ottenere questo risultato, non mi era mai capitato!

     Ingredienti

1 kg farina 00 setacciata
42 g lievito di birra
200 g zucchero a velo setacciato
250 ml latte tiepido
250 g burro morbido
vanillina
sale
1 bustina di zafferano
4 cucchiai di rum
100 g di mandorle pelate e tritate
5 tuorli
 
 

 
     Procedimento
 
Mettere nella planetaria la farina; formare un incavo al centro e versarvi il lievito sbriciolato, un cucchiaino di zucchero e un po' di latte. Mescolare incorporando un po' della farina circostante e formare una pastella molto morbida. In circa 10/15 minuti si formeranno delle bollicine. Aggiungere il rimanente latte, lo zucchero, il burro e gli altri ingredienti nell'ordine dato. Lavorare fino ad ottenere un impasto ben omogeneo. Farlo lievitare al raddoppio in un posto tiepido e poi lavorarlo bene nuovamente sul tavolo. E' un impasto grasso che non si compatta facilmente. Formare un rotolo di 120 cm; lavorarlo con attenzione perché l'impasto tende a dividersi. Dargli poi la forma di un grande Brezel e metterlo su teglia coperta da cartaforno. Farlo lievitare nuovamente al raddoppio e quindi infornare a 200° per circa 25/30 minuti. Prova stecchino.
Appena sfornato cospargerlo di zucchero a velo.
 




 

 

lunedì 17 giugno 2019

BRIOCHES CARDAMOMO E CANNELLA





In pratica queste brioches sono la rivisitazione, con forma diversa, dei miei rotolini alla cannella.

Ho trovato una ricettina interessante su "panelibrienuvole", che però ho modificato.

     Ingredienti

200 g farina Manitoba
200 g farina 0....     ho eliminato la Manitoba e usato 400 g di farina 0
240 ml latte intero
60 g burro fuso, fatto intiepidire
50 g zucchero semolato
poco meno di una bustina di lievito di birra in granuli.... ho usato 8 g di lievito di birra fresco
6 bacche di cardamomo pestate nel mortaio
sale

     Procedimento

Il cambio del lievito ha naturalmente modificato il procedimento dell'impasto.
Setacciare la farina nella ciotola della planetaria, unire lo zucchero e il cardamomo e mescolare bene il tutto. Formare una fossetta centrale. Intiepidire il latte, in una parte di questo ( circa 1/3 ) sciogliere il lievito e versarlo nella fossetta. Coprirlo con un velo della farina circostante e attendere che si gonfi. A questo punto azionare la planetaria e mescolare aggiungendo il resto del latte e il burro. Lavorare fino ad omogeneizzare l'impasto, aggiungere il sale e continuare a lavorare finchè l'impasto si stacca dalle pareti della ciotola. Formare una palla e farla lievitare al raddoppio, coperta, nel forno con la luce accesa.
Nel frattempo preparare la

     Farcitura

75 g burro molto morbido
65 g di zucchero di canna ( ho messo Demerara ) oppure zucchero semolato
1 cucchiaio di cannella in polvere

Miscelare i tre ingredienti e metterli da parte.

Riprendere l'impasto lievitato e stenderlo col matterello, su ripiano infarinato, in un quadrato di 35x35 cm. Coprirlo con delicatezza con la farcitura completamente, senza lasciare bordi e ripiegarlo in due a libro. Col matterello stenderlo delicatamente per formare un rettangolo di 35x20 cm. Con un coltello molto affilato tagliare tutto il rettangolo in strisce di circa 1,5 cm di larghezza e 35 cm di lunghezza. Fare in modo di ottenere un numero pari di strisce.
A questo punto preparare la teglia da forno coperta da cartaforno.
Attorcigliare due strisce e arrotolarle nascondendo un'estremità di su e l'altra di sotto; riporle sulla teglia. Ripetere l'operazione con le rimanenti strisce, sempre due alla volta.
Far lievitare nuovamente le brioches coperte, spennellarle con un tuorlo sbattuto con poco latte, quindi metterle in forno a 180°per circa 20-25 minuti finché risultano ben dorate. Prova stecchino.

Tagliate a metà son belle variegate e... ottime!



martedì 3 giugno 2014

GUGELHUPF DI SUA MAESTÀ





Naturalmente " Sua Maestà " è Franz Joseph. 
Dovete sapere che a Corte c'erano diverse cucine: una per l'imperatore, una per Sissi e una per i figli. E ogni cucina aveva tanto di importante Chef... Tra l'altro, chissà, forse cercavano di superarsi in bravura l'uno con l'altro!
Comunque, secondo il libretto che ho, questa è una ricetta di Friedrich Hampel, della cucina di " Sua Maestà ". Si specifica che il dolce " è morbido come seta ", tanto delicato che non sopporta neppure la presenza di uvetta. Ed è vero! Ha una inusitata morbidezza, oltre ad essere - ovviamente - squisito.
Non ero molto convinta, ma ho voluto farlo senza modificare assolutamente niente, proprio per verificarne la delicatezza. Ed ho capito una cosa : Sua Maestà si trattava molto, molto, molto bene!
Ho soltanto dimezzato esattamente tutte le quantità, visto che possiedo stampi formato famiglia e non formato Corte.




     Ingredienti ( già dimezzati )

75 g burro
6 gialli d'uovo
125 g farina 00
15 g lievito di birra sciolto in poco latte tiepido ( circa 20 ml )
40 - 50 g zucchero ( ho usato 40 )

     Procedimento

Portare a crema il burro morbido, aggiungere un giallo, mescolare, incorporare un cucchiaio di farina già mescolata con lo zucchero, poi di nuovo un giallo, mescolare bene, poi farina ...e via così fino a completare l'aggiunta delle uova e della farina con lo zucchero. Quindi mescolare ancora bene il tutto con il lievito sbattendo il composto. Preparare lo stampo unto di burro e infarinato, mettere sul fondo alcune mandorle pelate, e versarvi l'impasto. Dovrebbe riempirlo al massimo a metà.





Lasciar lievitare fino al raddoppio e mettere in forno a 170° per circa 40 - 45 minuti, con un'accortezza: lasciare lo sportello del forno aperto di poco ( inserite un cucchiaio di legno ) per i primi 15 minuti. Ciò permette una bella ulteriore lievitazione nel forno.

Sformatelo su una gratella e quando è freddo cospargetelo di zucchero a velo vanigliato.



domenica 18 maggio 2014

DOLCE AL PAPAVERO O MOHN PUTITZE





Abbiamo fatto il solito viaggetto in Austria dai nipoti. E visto che stanno vicino a Vienna, ci siamo pure goduti la città. La puntatina da Demel, se mi ha soddisfatto per uno squisito Kaiserschmarren accompagnato da Zwetschkenroester ( composta di susine ), mi ha un po' deluso perché nel laboratorio di pasticceria - oltre la vetrata - non c'era niente di particolarmente interessante da vedere. Però la visita al mercato delle pulci del sabato mi ha abbondantemente ripagato: un nuovo-vecchio libro di pasticceria fa ora compagnia a tutti i miei altri.
Libro nuovo = dolce nuovo. Eccolo



 
Mi ha divertito il fatto che si chiami " Putitze "; ricorda infatti, nel nome, la nostra putiza triestina. Ho letto che il termine deriva da un " potivi " = avvolgere ( credo ungherese, ma non sono sicura ).

     Ingredienti

Per l'impasto:
250 g di farina 00
40 g zucchero
8 g lievito
30 g burro
3 g sale
125 ml latte
la metà di 1 uovo + 1 giallo
buccia di limone tritata

Per la farcia:
150 g di semi di papavero tritati
100 g di briciole dolci ( qualche avanzo di dolce , tipo biscotto o pds )
60 g zucchero
20 g miele
125 ml latte
buccia di limone tritata
1 cucchiaio di rum
una puntina di zucchero vanigliato

     Procedimento

Intiepidire metà del latte, scogliervi il lievito ed aggiungere un po' di farina e un cucchiaino di zucchero, presi dal totale, per fare un " lievitino ". Nel frattempo intiepidire il resto del latte e mescolarlo con lo zucchero, il burro e il sale, frullarvi dentro le uova e aggiungere la buccia di limone. Quando il lievitino è pronto, aggiungerlo al resto assieme alla farina. Incordare l'impasto e farlo lievitare.
Intanto si prepara la farcia: portare a ebollizione il latte col miele e lo zucchero, togliere dal fuoco e aggiungere subito il resto degli ingredienti. Se nello spalmare la farcia risultasse troppo densa, aggiungere un po' di latte freddo.
Importante : il peso dell'impasto deve essere uguale al peso della farcia.




Quando l'impasto è ben lievitato, lo si riprende lavorandolo molto brevemente, poi con il matterello si forma un rettangolo di circa un dito di spessore. Si stende di su la farcia ed è questo il momento in cui si forma il disegno interno. A partire dal lato lungo, si arrotola strettamente una parte del dolce fino alla metà. L'altra parte viene arrotolata in senso opposto, in modo da incontrare a metà la prima parte. Si mette ora il dolce nello stampo imburrato, a lievitare. Forno a 180°-190° per circa 25-30 minuti. Ho usato uno stampo di 30x12 cm. Quando lo si sforma, lo si capovolge in modo da avere la superficie superiore perfettamente piana, e, freddo, si cosparge di zucchero a velo vanigliato.




NOTA

Se ben osservate le fette tagliate, vedrete anche uvetta nella farcia. Era così scritto nella ricetta e quindi l'ho messa. Ve lo sconsiglio: il bello del dolce è il disegno che si ottiene con la farcia. Ma se c'è l'uvetta e il coltello la incontra, vien trascinata dalla lama e rovina l'aspetto del taglio ( come mi è successo nel tagliare altre fette ).

lunedì 21 aprile 2014

PINZE PUTIZE E TITOLE



Questi sono i dolci pasquali della tradizione triestina, che da piccola in poi ho sempre visto in famiglia. Prima le nonne, poi mia mamma, mia suocera e - buona ultima - io, ci siamo cimentate nel compito di tramandare antiche ricette, lavorazioni e forme. Spero che mia figlia prenda il testimone.
Naturalmente ogni famiglia ha la " sua " ricetta: a casa mia le putize sono sempre state diritte e la farcia senza cioccolato. Mia suocera le ha sempre fatte a ferro di cavallo, con cioccolato. Queste e quelle comunque sempre buone.
Le titole si fanno per i bambini, hanno l'uovo che dovrebbe essere dipinto di rosso, ma che io ho sempre lasciato bianco.
Una volta, le donne di casa uscivano presto la mattina di Pasqua per andare alla Santa Messa a far benedire i dolci , con cui poi - alle 10 del mattino - tutta la famiglia riunita avrebbe fatto merenda....


LE  TITOLE




LE  PINZE




LE  PUTIZE




L'impasto è lo stesso per tutti e tre i dolci. Questi gli ingredienti per 1 kg di farina. ( con 1 kg si ottengono circa 1,6-1,7 kg di impasto finito; questa quantità è perfetta per le due putize. Con 1,8 kg di farina si possono avere le due putize e quattro pinze da circa 400 g o tre pinze e tre titole ).
Dunque, per 1 kg di farina 00 di ottima qualità e forza:

     Ingredienti

250 g zucchero
125 g burro
6-8 uova ( metà intere, metà solo tuorli )
15 g sale
30 g lievito di birra
circa 80 ml latte
circa 50 ml rum, buccia gratt. di limone e arancia, vaniglia
tutti gli ingredienti devono essere a temperatura ambiente
     Procedimento

1) latte tiepido + lievito + poca farina. Si lascia in ambiente caldo per circa 3/4 d'ora.
2) si prende 1/4 degli ingredienti ( farina, zucchero, burro, uova, ) e si mescolano col lievitino preparato, lavorando bene. Si copre e si fa lievitare circa un'ora e mezza.
3) si impasta nuovamente aggiungendo metà degli ingredienti. Deve lievitare 1-2 ore.
4) si aggiunge l'ultimo quarto degli ingredienti, gli aromi e il sale. Si lavora a lungo l'impasto, che deve essere incordato, liscio e morbido. Altro riposo di circa 2 ore, e finalmente si fanno le forme.

     Titola

Si fa una treccia come da foto, inserendo un uovo crudo ben lavato. Si appoggia su cartaforno e si fa lievitare al coperto, fino al raddoppio

     Pinza

Si forma una palla perfettamente rotonda, si mette su cartaforno e si fa lievitare coperta come sopra

     Putiza

Bisogna preparare il ripieno. Per 1 dolce:

100 g noci, 100 g nocelle, 100 g mandorle mescolati e ben tritati, ma non fino a farina
175 g zucchero
75 g uvetta rinvenuta in 50 ml di rum, da mettere in infusione la sera prima
25 g pinoli

Si mescola molto bene il tutto che deve risultare umido di rum, niente di più
Si stende l'impasto col matterello ad uno spessore di circa 1 cm, dandogli una forma rettangolare, e lo si copre col ripieno, lasciando liberi 2 cm lungo i bordi. Si arrotola a salame chiudendo bene le estremità ( lungo circa 34 cm ), e lo si mette in uno stampo ben imburrato e infarinato. Si copre e si lascia lievitare fino al raddoppio. Ci vuole parecchio tempo - dipende anche dalla temperatura dell'ambiente in cui lavorate. Per una putiza di questa grandezza, ci vogliono circa 750 g di impasto finito.

Date le dimensioni, le prime pronte per essere infornate sono le titole. Si spennellano con uovo battuto e via in forno a 180°-190° fino a doratura.
Quando le pinze son pronte, si spennellano con l'uovo battuto e si tagliano, con forbici ben affilate, in tre parti uguali, partendo a zig-zag dall'esterno verso il centro. Attenzione a tagliare senza premere per non sgonfiare l'impasto! Taglio profondo 3 buoni cm o più, a seconda delle dimensioni della pinza. Se il taglio è ben fatto darà una bella forma alla pinza, motivo d'orgoglio. Se il dolce è di circa 400-500 g si inforna a 190° per circa 25-30 minuti. ( prova stecchino .. )
Quando è pronta la putiza, si spennella con l'uovo e si mette sempre a 190° in forno per un'ora buona. Se minaccia di prendere colore troppo presto, coprire con carta d'argento. ( come sopra...)





Se andate a controllare "Pasqua dolce 2015 ", vedrete che non mi vengono mai uguali, specialmente le pinze, ma sempre ugualmente buone. 

Una  NOTA-RICORDO di grande valore affettivo per me: la mia nonna paterna partiva da 7 kg ( sette chilogrammi! ) di farina. E naturalmente tutto a mano; forno a legna. Tutti quelli che andavano a farle gli auguri ricevevano una pinza. 
Era famosa nel circondario: alcune vicine le portavano le proprie pinze da arrostire.



   
                                                                      LE  PINZE

Presto Pasqua xe in arivo,
con un salto me distrigo
che in botega, soto, in strada,
xe de pinze una butàda.
Ma le xe senza colòr
senza aroma né savòr
e le ga l'aria malada
con 'sta carta involtizada.
Le ghe iera per Nadàl,
Capodano e Carnevàl,
perché ormai xe tuto istesso
co' 'sta storia del progresso.
Passa feste e passa i ani,
tuti i giorni xe compagni.
Una volta ne le case
se perdeva anca la pase;
remitùr iera in cusina
con i ovi e la farina.
Se sentiva per Trieste
el profumo de le feste;
se vigniva pinze bone
iera gloria per le done,
se la pasta no levava
iera Pasqua rovinada.
Ma me ciapa nostalgia!
Voio farle in casa mia!
Tra sufiòni e brontolade
"Bazilàr per 'ste monade!"
go impastado fin de sera
pezo che una lavandera.
Po' nel forno: "Mama mia!
Le sarà de butàr via?"
Tanto mal no xe nissuna
ma imbriaga la par una!
Dò schincade xe in colomba,
tre xe tonde ben a bomba,
ma a la fin dopo sfornade
le xe soto un fià brusade.
Un odòr caldo quel giorno
el se spandi tuto intorno.
Che le sia come le sia...
Ma xe Pasqua in casa mia!

                                                          Di   Laura  Borghi  Mestroni
                                                          tratto da " La vita xe un valzer "
 
 
 
                   29/3/ 2024